Recensione sull'inaugurazione alla stampa | Cinecittà World

2022-09-17 05:52:26 By : Mr. Andy Fu

Cari fan. Sto tentando di trovare un modo per iniziare questa recensione su Cinecittà World e credo che il modo migliore per farlo sia anticipare che quello che leggerete è ovviamente il mio unico punto di vista. Ieri, al Press Day di inaugurazione del parco, eravamo in molti. Tanti giornalisti che chiamano ancora le attrazioni con il pittoresco nome di "gioco", pochi veri fan che ascoltavano con pazienza queste parole nell'attesa di provarle davvero queste diaboliche macchine infernali contenute in un parco divertimenti.

Ciò che segue sarà la descrizione della mia giornata a Cinecittà World, nella quale ho potuto provare la maggior parte delle attrazioni presenti al parco e nella quale ho potuto passeggiare tra le vie ancora incomplete, tra giardini non propriamente pronti e tra operai che si davano da fare per cercare di arginare l'enorme mole di lavoro che va fatto entro il 24 Luglio 2014.

Cinecittà World e Castel Romano

Ma andiamo per ordine. Ieri mattina, 10 Luglio 2014, dalla Stazione Termini, io e alcuni colleghi abbiamo potuto constatare che arrivare a Castel Romano è tutt'altro che comodo. Per chi come me non è avvezzo della zona di Roma vi posso garantire che il percorso che Google Maps indica come "20 minuti di strada" sono in realtà un'ora abbondante nel traffico infernale in uscita dalla città eterna. Cinecittà World è situato lungo la Pontina e molti di voi saranno in grado di testimoniare il traffico che si crea in questo tratto di strada soprattutto nel periodo estivo e nei weekend.

Siamo giunti al parco attorno alle ore 12.00 e abbiamo varcato il grande ingresso bianco con la scritta nera che richiama i veri studios di Cinecittà a Roma. Oltre vi sono 4 casse sulla destra e alcuni uffici sulla sinistra. Da qui si intravede l'ingresso con i tornelli molto ben tematizzato ovvero Piazza Cabiria che richiama il famoso kolossal di Pastrone. L'accesso al parco da questo qui ha dalla sua una spettacolare vista su quella che io considero la migliore zona tematizzata di tutto il parco divertimenti. Oltre i tornelli, infatti, si è catapultati nella New York degli anni 20 con un chiaro riferimento alla scenografia che è ritrovabile all'interno dei veri studios di Cinecittà Roma. Questo complesso denominato appunto Cinecittà Street funge da Main Street, ovvero strada principale di accesso al parco, nella più chiara tradizione disneyana. I negozi, sulla destra, erano ancora chiusi e completamente vuoti; pronto per essere addobbato è anche il Barber Shop che, così com'è, fa pensare ad un semplice negozio di parrucchieri in vendita. Sia i negozi che i servizi al cliente sono privi di riferimenti tematici. Non vi, sono dentro i locali, allestimenti tali da far pensare ad un implementazione al tema maggiore che è quello della New York proibizionista. Manca davvero poco ed è difficile pensare che queste lacune possano essere colmate.

Non esistono panchine lungo la main street, che dovrebbero essere fondamentali essendo uno dei luoghi storicamente più affollati all'interno di un parco a tema. Lungo le finestre della main street è possibile intravedere tra una tenda tirata e l'altra il sistema di diffusione musicale che suona la colonna sonora del parco (la canzone che accompagna ogni video di pubblicizzazione che finora abbiamo potuto vedere). Dopo una breve passeggiata, sulla destra, si nota il primo bar del parco. Anche qui mancano molti riferimenti al tema, l'interno è elegante, lineare ed essenziale ma privo del vero spirito New Yorkese che Cinecittà World vorrebbe trasmetterci. Il personale è sorridente e molto accomandante risultato, come vedremo, di una formazione che è tutt'ora in corso.

Il Charleston Club è il ristorante che si trova subito di fronte. Il locale è ampio e luminoso con qualche riferimento in più al tema rispetto al bar precedente, ma nulla di eclatante. Qui si tiene la conferenza stampa che ora vi riassumerò.

La conferenza stampa e gli investimenti futuri

A prendere la parola sono Luigi Abete, Presidente e AD di IEG Italian Enterteinment Group, un passato che con i parchi divertimento centra poco; Emmanuel Gout, Presidente di Cinecittà Parchi SPA che dal 2003 collabora con Abete per il progetto di Cinecittà World e Riccardo Capo, volto noto ai più avvezzi fan di parchi in quanto è stato Direttore Generale di Mirabilandia prima di intraprendere questa avventura romana.

Abete ringrazia chi ha investito nel progetto di Cinecittà World ovvero De Laurentiis (già proprietario degli studi dove appunto sorge il parco) e Diego Della Valle; ci spiega che non è stato possibile prendere in considerazione i progetti di riconversione e allargamento dei veri studios di Cinecittà Roma nonostante i molti progetti che erano rimasti per anni nel cassetto e che la location di Castel Romano è stata scelta tra altri 25 luoghi candidati e censiti. Nel 2010 vengono tolti alcuni vincoli che permettono il via libera al proseguimento dei lavori, due anni dopo viene approvato il progetto; dal 2012 ad oggi si sono susseguiti i lavori di costruzione.

Cinecittà World, secondo Abete, a regime occuperà più di 2500 persone e raccoglierà non solo il pubblico di Roma ma anche quello del circondario (Civitavecchia, Ostia, Ciampino) e ribadisce un concetto che ci era già chiaro da tempo: il parco si presenta come un riempitivo dopo una visita all'outlet o per una serata in compagnia, per assaggiare buon cibo romano o per fare qualcosa di alternativo alla classica uscita (possibile non si faccia nessun riferimento all'obiettivo di portare i guest al parco per le attrazioni ?!). Questo ragionamento non mi è mai piaciuto come ho avuto modo di esporre anche in precedenti articoli, ma pare che sia diventata ormai una moda affiancare o tentare di affiancare i parchi divertimento allo shopping (Miragica - Rainbow Magicland). Insomma, 1/3 dei visitatori del parco, secondo Abete, deriverà dalle persone che decideranno di spostarsi dall'outlet al parco per una breve visita. Secondo Abete non sussiste il problema del traffico perchè i potenziali visitatori si inserirebbero in una fascia oraria che cito testualmente "è diversa dagli orari di produzione". Gout ha preso la parola in seguito ed ha affermato che per la costruzione di Cinecittà World sono stati visitati molti parchi divertimento. La collaborazione di Ferretti è stata fondamentale (ma troppo ristretta ad alcune zone del parco aggiungo io). Viene descritto in maniera sommaria anche Enigma che è lo spettacolo teatrale stabile e più importante del parco (del quale si è potuto vedere anche un breve video di presentazione).

La mia attenzione viene catturata in seguito dalla descrizione degli investimenti futuri. Non si fanno riferimenti a nuove attrazioni, bensì alla costruzione di un nuovo parco dedicato alla natura, allo sport e all'ecologia i cui progetti dovrebbero partire già dall'anno prossimo con l'utilizzo di 75 ettari di terreno attigui a Cinecittà World.

Un breve excursus viene aperto poi sulla formazione dei cast di cui avremo modo di parlare in seguito, e viene citato un dato interessante ovvero che la media d'età tra i lavoratori del parco è di 33 anni. Per ciò che riguarda il prezzo del parco viene riferito che si tratta di uno dei più bassi nella media nazionale. All'interno del parco non esiste il cibo fast-food bensì la tradizione culinaria italiana a prezzi contenuti dovuti al fatto che i pasti sono preparati al momento in un unico luogo presso il parco e poi distribuiti (no pre-congelati insomma).

Riccardo Capo descrive sommariamente le attrazioni e risponde ad imbarazzanti paragoni con Disneyland o altre eccellenze nel panorama internazionale fornendo un assist a Dante Ferretti, anch'esso presente in conferenza stampa, il quale non manca di informarci che "non è mai salito su un gioco".

La conferenza stampa si chiude con un breve riferimento alla lunga triste storia di Luneur e al suo destino incerto che, secondo i manager, ripartirà dalla primavera del 2015.

Io e i miei colleghi siamo usciti dalla conferenza non prima di aver chiesto ad Abete la conferma che il 24 Luglio, giorno di apertura ufficiale del parco al pubblico, siano aperte TUTTE le attrazioni che sono descritte sui canali ufficiali (sito ad esempio). Mi sono inoltre premurata di chiedere se il Panoramic Flight sia pronto per l'apertura e mi è stato risposto dal Direttore di Cinecittà World che questa attrazione sarà operativa probabilmente a fine stagione.

Ci viene assicurato che possiamo provare tutte le attrazioni che vogliamo, ma ben presto veniamo smentiti dagli stessi cast member e inizierà una lunga odissea dovuta ad una completa mancanza di informazioni.

Evitiamo il pranzo dove invece si riversa la massa di giornalisti presenti e cominciamo a gironzolare chiedendo informazioni su quali siano le attrazioni operative. Un primo cast member ci avvisa che saranno aperte solo dalle 18 dopo l'arrivo di Renzi, un secondo ci dice che sono operative solo quelle al di qua di una certa linea di demarcazione, un terzo ci fa attendere chiedendo spiegazioni che non arriveranno mai, un quarto ci avvisa che sono già aperte e che chiuderanno alle 15.00 per poi riaprire alle 18.00. Insomma la confusione è di casa tra cast member, steward, responsabili e quant'altro.

Dopo svariate pressioni e richieste ci viene accordato il permesso di provare la prima attrazione. Si tratta di Erawan, ovvero la drop tower con la base disegnata da Ferretti, il grande elefante che per molto tempo è stato e rimarrà il simbolo del parco. I cast member rasentano la follia con le raccomandazioni e i divieti. Parlano come un manuale di sicurezza avvertendo noi ragazze di togliere i grandi orecchini, legare i capelli, togliere collane e il laccetto del press day, e menzionando che, cito testualmente, "non esiste alcuna deroga a questo regolamento" con un dito inquietante che sfiora le indicazioni di sicurezza sul tabellone. Insomma, la formazione c'è stata dal punto di vista di sicurezza, ma qua stiamo andando un po' oltre. E' la prima volta che mi capitano divieti di questo tipo dovendo salire su una torre, e qualche parco ormai credo di averlo visto. La coda qui esiste, e si snoda fino sul retro del grande elefante per poi tornare davanti. All'arrivo è possibile scegliere tre tre diverse file dove si può decidere la modalità di discesa (sit down, tilting e tilting stand up). La stazione al suo interno è abbastanza spoglia ma migliore se comparata con quelle che seguiranno. Siamo i primi guest a salire sulla torre e non stiamo più nella pelle. Saremo in Tilting Stand Up. Saliamo e... scendiamo. La torre si rivela un'attrazione meritevole, con uno stacco abbastanza potente e una caduta purtroppo breve. Immeritevole il paragone con Space Vertigo che a mio avviso rimane la migliore Torre di Caduta Libera in Italia.

Dopo ulteriori conversazioni con cast member e responsabili di area totalmente impreparati a darci delle risposte (a volte quando non si sapeva la risposta si inventavano cose pur di non far trapelare insicurezza, e questo è un fatto molto grave) riusciamo a trovare Altair, il roller coaster, aperto. Sono in prima fila, le protezione lasciano libere le braccia di muoversi, la posizione è abbastanza comoda. Il giro è poco emozionante, non esiste una vera e propria drop e il coaster prende le inversioni poco velocemente, tanto che arriva all'Hearth Line finale così tanto lentamente da rendere questo elemento totalmente inutile (ottimo per un bel giramento di testa prima del cambio di direzione contrario). La parte più divertente è il doppio corskrew che da la sensazione a chi sta sulla sinistra del treno di venire quasi sbalzato fuori. Parlando di theming posso affermare che la stazione da fuori è ben fatta, l'interno non è ricco di particolari ma accettabile. Ciò che trovo insulsa è la sua collocazione. Non esiste continuità tematica, non c'è una panchina che sia tematizzata, o un lampione. C'è questa stazione appollaiata tra l'area romana e il west. Non ha senso inserirla senza che vi nessun altro elemento di raccordo.

La visita prosegue con la prova del Drop Coaster DarkMare. Qui ci troviamo di fronte ad una non-coda. Si accedere semplicemente al teatro attraversando un brevissimo corridoio dalle pareti nere con una colata di cemento a terra e 4 gradini. Dopo si è in stazione. E la stazione non esiste. Non c'è tema se non un cartellone di dubbio gusto con su scritto "Lasciate ogni speranza". Il giro inizia entrando nel buio del teatro. Qui vi sono molti teloni dove vengono proiettate immagini di demoni e diavoli. Non esiste una continuità, le immagini sono più o meno sempre le stesse. Al culmine della lift si nota un animatrone con degli occhi rossi che si illuminano dopodiché si parte. Il coaster è abbastanza divertente ma la luce filtra dall'esterno rendendo inefficace la sensazione di spaesamento che dovrebbe dare il buio. Ad un certo punto, in un luogo non precisato del passaggio del coaster, si è notata una sala al piano di sotto aperta con operai al lavoro e tutte le luci accese. La zona di caduta è telefonatissima ma la discesa è divertente.

Aquila IV è il nostro prossimo obiettivo. Dalla descrizione che avevo letto in precedenza mi aspettavo fosse un interessante walk through all'interno di un sottomarino, alla maniera del Nautilus di Disneyland. Mi accorgo invece di una struttura a tendone verde militare oblunga con totale assenza di coda. Ci accolgono degli attori-soldati in divisa che approntano un siparietto comico (per me inutile). Ci vengono fatti indossare dei caschetti e ci viene detto di chiuderli (il mio non si chiude). I cast non sanno contare perchè ci fanno salire sulle scale dopodichè affermano che solo 10 entrano e gli altri devono attendere il prossimo giro. Ci ridividono nuovamente e devo sopportare un'altro siparietto niente-comico iniziale. Al termine del giro precedente qualcosa non ha funzionato (probabilmente il gruppo era troppo numeroso) perché ora i cast affermano di voler fare entrare solo 5 persone. Dopo una discussione tra loro si accordano per 7 persone. La vera domanda qui è come si può pensare di gestire una coda di persone completamente al sole da ore (considerando la portata oraria) quando a due settimane dall'apertura non si sa quante persone far entrare in modo che si riescano a godere il Walk through show. Sì, perché di questo si tratta: una breve passeggiata sotto ad un tendone dove gli ospiti percorrono la ricostruzione (molto ben fatta) di un sottomarino accompagnati da attori che recitano. Veniamo informati che, quando l'attrazione sarà a regime, vi saranno anche degli effetti d'acqua attivi (molto probabilmente nella zona finale prima di uscire dal finto-sottomarino). Aquila IV non è altro che una specie di U-Boot (Movieland) con l'assenza di un simulatore e la presenza di molti attori (davvero numerosi e molto bravi). L'idea è valida ma la realizzazione di tutta l'attrazione rimane comunque fallimentare. Anche qui non esiste tema, solo un'attrazione posta tra un muro e un teatro. La struttura a telone è imbarazzante, gli spazi interni sono molto molto ridotti e per gruppi di persone anche solo di 7 persone è difficile riuscire a vedere le scenette degli attori. Un'occasione mancata insomma.

L'ultima attrazione che riusciamo a testare è Aktium, ovvero il SuperSplash. E' posto nell'area romana che si compone di un grande ristorante e dell'attrazione stessa. Anche qua continuità tematica assente. La coda si snoda a lato attrazione tra una vegetazione ancora incompleta (molti giardini devono essere piantumati). La stazione ancora una volta non è tematizzata e all'interno è davvero molto triste e spoglia. Aktium si rivela un buon supersplash, non eccessivamente bagnato. Divertente la prima discesa come pure la seconda con tanto di piccolo camelback. Il theming si riduce a due sole arcate immerse nell'acqua e alla stazione esterna. A fianco il ristorante Apicius richiama l'architettura di un tempio romano mentre all'interno vi è un grande open space dove vi sono 340 posti a sedere. La cucina tipica è italiana e ho avuto modo di assaggiare qualcosa di davvero squisito. Anche qui però, oltre a qualche disegno sui muri che richiama un mosaico e qualche colonna, l'atmosfera di trovarsi in un parco a tema si volatilizza: sono troppo pochi gli elementi decorativi per quello che è il ristorante più grande del parco.

Veniamo ad una zona che personalmente ho trovato insoddisfacente. Ennio's Creek è ancora un cantiere. Lo si capisce da strutture non ultimate, baracchini ancora in costruzione e persino dal ristorante Mezzogiorno al Fuoco che all'interno quasi non è nemmeno arredato. La strada è in cemento ed è molto polverosa. Gli edifici ai lati sono privi di riferimenti al tema western, sembrano ancora al grezzo. L'ampiezza della grande via centrale probabilmente servirà per gli spettacoli che in questa zona saranno numerosi ma vi assicuro che non riesce a trasmettere alcuna sensazione al guest che la attraversa. A sinistra in fondo trovano posto una chiesetta ( banale e senza alcun riferimento al tema) e un finto cimitero, e la parola finto non è usata casualmente, perché sembra davvero theming di bassa qualità. La visione dalla strada di Ennio's Creek dà su Altair e la sensazione dello stridore tra aree tematiche è agghiacciante. A me non è proprio piaciuto vedere un'astronave (per intero data la grandezza della strada) mettersi di traverso in fondo alla street western. Le musiche qui sono composte da Ennio Morricone a cui, evidentemente, è andato l'omaggio per la scelta del nome.

La nostra visita è proseguita sbirciando qua e la, dove fosse possibile, all'interno dei set teatrali. Nei vecchi teatri di posa degli studi De Laurentiis trovano posto ora le attrazioni e i teatri. Nello stage 1 i lavori sono ancora molto indietro. Qui vi si trovano delle sedie montate su impalcature (come accade ad esempio nei circhi itineranti) mentre i lavori di pittura del muro di fondo del teatro non sono ancora ultimati.

All'interno di un secondo teatro vi è il primo Playground gotico al mondo. Nel senso che, trovandosi all'interno di uno di questi teatri chiusi, non vi filtra alcuna luce all'interno. L'unica illuminazione è di alcune lampade sul soffitto che non riescono a rischiarare il grande capannone considerando che le mura sono completamente nere. Il dubbio su quanti bambini giocherebbero in uno spazio così tetro ci ha subito assalito.

L'ultima zona che riesco a visitare è Sognolabio ovvero l'area dedicata ai bambini. Siete avvisati, è completamente al sole con pochissime piante basse che dividono un'attrazione all'altra. Lo Splash Battle, che si trova qui, è ben tematizzato anche se non ho potuto visitare la stazione perchè non era operativo. Quest'area ha dalla sua parte il fatto di essere decentrata rispetto al parco stesso permettendo alle famiglie di ricavarsi un enclave quasi staccata da Cinecittà World dove poter far divertire i proprio piccoli.

Con questa ultima zona si è conclusa la visita al parco prima dell'arrivo di Vip e starlette del Jet Set che evidentemente sono state invitate a fare da entourage all'arrivo del Presidente del Consiglio Matteo Renzi (alla nostra partenza questi non era ancora arrivato).

Considerazioni sulla preparazione dei cast member Le ultime considerazioni che voglio assolutamente fare riguardano i cast member e in generale tutto il personale che lavora al parco e che ha dato prova di sé in questa giornata dedicata ai giornalisti (e quindi ad un bacino d'utenza MOLTO ristretto rispetto ai veri numeri di un parco divertimenti). Il personale è evidente che sia stato formato. Lo dimostrano i continui avvertimenti sulla sicurezza e la conoscenza, in molti casi, dell'attrazione su cui un addetto lavora. Detto questo non posso non nutrire seri e preoccupanti dubbi sulle competente in materia di gestione del pubblico. Non è accettabile che 1) non vi sia comunicazione tra reparti, tra cast member e responsabile, tra responsabile e centro informazioni 2) il personale dia delle informazioni inventate pur di non passare per quello che non sa cosa stia accadendo 3) l'eccessivo scrupolo che rasenta l'ossessione e l'insistenza sul fatto che non esistono deroghe al regolamento delle attrazioni.

Parliamoci chiaro. Il pubblico medio di un parco divertimenti non accetterà mai informazioni errate. Soprattutto una certa fetta di pubblico che tende a scaldarsi facilmente se la giornata è torrida e le code molto lunghe. Non è pensabile che non vi sia una linea di comando e una comunicazione serrata tra reparti. Se ad un guest dici che l'attrazione è chiusa e non può passare in quella strada per raggiungerla, mentre invece poi è palese che sia aperta e che vi sia qualcuno a bordo, non ti puoi aspettare una reazione fredda e logica. Ci è capitato che un cast ci abbia allontano dalle fontane che fungono da playground in zona Apicius. Queste fontane sono a terra e non vi sono barriere che le dividano da orde di bambini urlanti e da ragazzi che vogliono spruzzarsi a vicenda. Il suddetto cast ha asserito che "non è possibile avvicinarsi alle fontane perché sono pericolose e servono per lo show finale del parco e se le toccate volerete via per il potente getto". Questo è evidentemente il risultato di una formazione inadeguata considerando che quelle fontane sono create proprio per il gioco e l'intrattenimento. Ci è capitato di sentirci dire che all'interno delle stazioni "è vietato fotografare"; ora che le stazioni siano per certi versi deludenti l'ho detto poc'anzi, ma che si vieti di fotografare mi sembra eccessivo. Ovviamente il divieto, recepito dal cast come applicabile allo spazio stazione era invece un divieto che va applicato più probabilmente sul treno stesso del coaster. Ci è capitato che, in un evento dedicato ai giornalisti, nessuno sapesse darci informazioni su quando sarebbe partito il bus navetta a noi dedicato (messo a disposizione dal parco stesso). Ci è capitato di sentirci dire, come ho già scritto, tremila versioni diverse su quando avrebbe aperto un'attrazione piuttosto che l'altra. E infine, a me, è capitato di entrare in stazione ad Altair e di dover semplicemente recarmi all'uscita senza salire sul coaster. Ad una mia semplice richiesta sono seguiti sguardi perplessi, terrorizzati, quasi come se avessi chiesto di poter camminare con un piede solo lungo l'intero percorso di Altair. Solo dopo richiesta di conferma a tizio caio e sempronio mi hanno fatto attraversare il treno per giungere all'uscita. Sono cose che non sono accettabili in una giornata a parco deserto (con in tutto un centinaio di persone che lo visitano), perciò non voglio immaginare i primi giorni di apertura del parco.

Questo per dire che le oltre 120 ore a persona di formazione, che tanto ha millantato Cinecittà World per i suoi addetti, sono bastate per inculcare in quelle giovani menti come funziona un coaster e cos'è una drop tower in tilting... ma evidentemente non sono servite per far fronte a semplici imprevisti o situazioni all'ordine del giorno nei parchi divertimento.

Ora, sperando di non avervi annoiato troppo, darò un giudizio conclusivo su Cinecittà World. Per me si tratta di un progetto ambizioso che in alcune sue parti è risultato eccellente (come ad esempio le attrazioni e le aree che si sono avvalse del lavoro di Dante Ferretti) ma che nel suo complesso non può che essere di livello mediocre. L'area calpestabile è eccessivamente ridotta, le attrazioni sono poche e il parco si gira in poche ore. Non posso dare giudizi sugli spettacoli che verranno ma spero che possano, seppur con difficoltà, colmare almeno in parte qualcuna di queste mancanze. Consiglierei una visita a Cinecittà World con la stessa aspettativa che si ha nel visitare un parco piccolo con attrazioni di medio livello che non intacca in nessun modo il valore dei grandi parchi del Nord Italia. In quanto all'impreparazione dei cast ho, per un attimo, associato a Cinecittà World il disastro del primo giorno d'apertura di Rainbow Magicland e il successivo tracollo dei primi anni dovuto in gran parte alle pessima impressione che aveva suscitato l'inadeguata preparazione del personale nei confronti degli ospiti.

Mi sento di dare comunque una possibilità a Cinecittà World aspettando di poter vedere il parco a pieno regime, con tutte le attrazioni aperte, con gli show, con le panchine (che erano quasi del tutto assenti) e tutto ciò che ancora manca.

Alcune informazioni pratiche riguardanti il parco le riassumerò qui di seguito:

Il prezzo del biglietto è pari a 29 euro intero e 23 euro ridotto. Il pacchetto famiglia di 2 adulti + 2 bambini costerà 95 euro. I bambini fino ad un metro entrano gratuitamente come anche i disabili. Le scuole e i gruppi misti pagheranno 15 euro a persona. L'abbonamento stagionale con 99 ingressi è valido fino al 7 Gennaio e costerà 75 euro. L'abbonamento ridotto è pari a 59 euro.

Il calendario è riassunto nella foto seguente.

Il video di Making Off del parco:

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L'articolo è stato scritto da Deborah Begali | Seguici da su Google +

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